Alla soglia dei miei vent’anni, sentivo il bisogno di regalarmi qualcosa in più.
Avevo la necessità di provare la sensazione di scoprire il mondo solamente con me stessa.
E mentre questi pensieri pullulavano nella mia mente,
gli annunci delle offerte di voli aumentavano a vista d’occhio.
Potevo lasciarmeli scappare? Ovvio che no!
Dopo un paio di consultazioni tra amici e siti internet, ho preso un biglietto di andata e ritorno per Marsiglia, a metà ottobre.
E alle quattro e mezza di una mattina tipica veneziana,
io, il mio zaino e Leire (aka la mia macchinetta) ci siamo incamminati verso la nostra avventura.
Un’avventura di mare, sole e tanta, tantissima voglia di viaggiare.
Leggerete di più la settimana prossima su cos’ho combinato a Marsiglia…
Viaggiare da sola non è stato assolutamente viaggiare in solitudine.
Lungo il percorso ho fatto amicizia con altre ragazze che, come me, viaggiavano per la prima volta completamente da sole.
Ho riscoperto la gentilezza della gente che ti offre i suoi sorrisi a un tuo biascicato “Bonjour”.
Ho anche riscoperto la bellezza dei dettagli, che troppo spesso si perdevano tra le chiacchiere e le risate.
Ho imparato a non fare mie le paure altrui, e ad ascoltare la mia vocina interiore, quel famoso sesto senso e sensazione che la sa sempre più lunga di quanto pensi.
“Ho imparato a non fare mie le paure altrui” bisognerebbe tatuarselo addosso 🙂
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Sì, penso sia stata la presa di consapevolezza più grande degli ultimi tempi! 🙂
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Ce ne vorrebbero di più di donne così.
Spero solo che questa mentalità non ti passi andando avanti con l’età…..!
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Ce ne sono tante, Marco, solo che molte volte si tappano le ali e non le vedi.
Lo spero tantissimo anche io, ma la testa è talmente dura da essere difficile da cambiare 😉
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Io vedo solo fichette che da sole non sanno andare nemmeno al cesso.
Con l’età poi si diventa anche meno spensierati, meno incoscienti, e più paranoici (sarà colpa delle trasmissioni tipo “chi l’ha visto”?) e soprattutto le donne sono più sensibili a queste “iniezioni” di paura e paranoie.
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È un discorso molto più ampio e complesso, con tanti fattori che intervengono, Marco.
Chiaramente ci sono persone così, ma ce ne sono tante altre che solitamente non noti e che sono l’esatto opposto. Se non avessi scritto questo post in cui esplicitamente raccontavo la mia esperienza e i miei pensieri al riguardo, saresti rimasto con la parte superficiale di me. E magari, vedendomi per strada, non ti saresti scontrato con la Veronica Vagante.
Allo stesso modo, c’è una linea spesso molto sottile tra la paranoia, l’eccesso di attenzione e la responsabilità / precauzione. Siamo le prime a vederci spesso più vulnerabili, e di conseguenza la scelta più semplice e considerata più sicura è rimanere nella zona di comfort.
Ti ringrazio per il commento e per l’aver portato alla luce un argomento che soprattutto in questo periodo è all’ordine del giorno, ma ti pregherei di cercare di capire e di empatizzare con le persone prima di commentare, Marco.
Sono argomenti delicati e che a volte possono suscitare discussioni (spero non sia questo il caso😊). Più informati si è, meglio si vive 😉
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